La nostra attenzione è come un faro: illumina e dà importanza a ciò su cui la indirizziamo.
Il tempo che dedichiamo a certi pensieri o attività, è proporzionale al potere che diamo a questi pensieri o attività nella nostra vita.
La domanda è: quanti dei nostri pensieri e delle nostre attività quotidiane vanno nella direzione di renderci felici, aperti, vivi, risonanti, vibranti di passioni e di cose belle da condividere con gli altri? Quanti invece vanno nella direzione di coltivare preoccupazioni e paure, immobilizzando la nostra creatività e voglia di fare e di stare bene?
Faccio queste riflessioni a valle di un esperimento personale che sto facendo da un po’.
Quando sono in auto (e spesso ci sono a lungo) di solito ascolto la musica, scegliendo i CD e i brani che mi caricano, o che mi rilassano, a seconda di ciò di cui ho bisogno. A volte però mi sento così stanca che anche ascoltare la musica diventa un’attività troppo “energetica”, e il bisogno che ho in quei momenti è “ascoltare delle storie”, e quindi accendo la radio. E, come capita con la TV (che non ho ma che mi trovo saltuariamente a guardare quando sono ospite di altre famiglie), vengo subito invasa da notizie al 98% brutte. Stragi, guerre, catastrofi naturali, omicidi descritti nei più cruenti dettagli, e la crisi, e i politici che rubano, e i rifiuti tossici sotto terra dappertutto, e leggi ingiuste ecc. ecc.
Ascolto per un po’, ma quando la bruttura che ricevo supera la voglia di letargo mentale, ritorno alla musica, e subito mi accorgo della trasformazione del mio umore. Dallo scoraggiamento al sorriso. Dal torpore di idee alla sensazione di un ruscello che scorre dal corpo, al cuore, alla testa.
Ho interrotto il mondo brutto, e acceso il mondo bello. Semplicemente grazie a due cose:
- mi sono ACCORTA dell’effetto negativo che ascoltare certe notizie ha sul mio stato d’animo
- HO SCELTO dove mettere la mia attenzione, dove orientare la mia presenza.
Ho scelto a cosa dare potere. Ho scelto da cosa farmi nutrire. Ho scelto cosa lasciare fuori dalla porta.
Quanto nella nostra vita siamo all’erta su quale stato d’animo ci inducono le notizie della cronaca? Quanto decidiamo deliberatamente su cosa appoggiare, o non appoggiare, la nostra attenzione? Quanto presidiamo la bellezza e la bruttezza che ci arrivano, e regoliamo consapevolmente la valvola di questo flusso in ingresso? Quanto spesso siamo in una condizione di esaurimento mentale o fisico per cui l’unica cosa che riusciamo a fare è consumare il tempo nella passività della TV o della radio?
Alcuni obiettano “Beh, ma non puoi non sapere cosa succede nel mondo!”. Certo, ma:
- il mondo non è solo il brutto di cui i mass media ci convincono, è anche tanto altro, di bello. Perchè di quello non si parla?
- cosa ancora c’è da sapere sulle cose brutte del mondo? Che differenza fa conoscere l’ennesimo caso di ruberia in politica, o di omicidio macabro in famiglia?
- quanto conoscere il mondo brutto contribuisce a rendermi protagonista attiva di un mondo bello, quanto incendia la mia voglia di fare, il mio entusiasmo, la mia creatività, la mia capacità di contribuire a un mondo migliore? Io non dico “non guardate la TV, non ascoltate la radio”. Dico: “OSSERVATE l’effetto che certe notizie hanno su di voi, e SCEGLIETE se accoglierle, o usare la forza della vostra attenzione per nutrire altro”.
E TU, cosa ti accende? E cosa ti spegne? Quanto accendi il bello e spegni il brutto nella tua vita? Scrivilo nei commenti qui sotto!
Grazie degli spunti del webinar: ho visto la registrazione. Non c’è bisogno di scusarti per gli incidenti di percorso.
Faccio una sana autocritica rispetto a quello che hai detto: devo lavorare su
procedere con piccoli passi;
metterci energia ed entusiasmo (crederci);
non farmi condizionare troppo dagli altri;
accettare le mie radici ed alcuni lati di me;
essere più concreto e realizzare qualcosa anche se in modo traballante;
pianificare e non rimandare.
Ciao Matteo! anzitutto grazie per il tuo commento, e per la tua disponibilità a metterti in gioco, individuando questi punti chiave su cui lavorare ora. Sto programmando una serie di puntate video e di strumenti per il lavoro personale, che vi manderò gratuitamente nelle prossime settimane, proprio per guidare chi come te sente di voler intraprendere piccoli e grandi passi per modificare il proprio statu quo professionale. Ci risentiremo quindi presto e spero che troverai altri spunti utili!
Chiudere le orecchie all’ascolto di certe notizie o discorsi che alimentano il brutto, ritengo sia una forma di salvezza.
A volte preferisco chiudere le orecchie, in certi contesti sociali, anche a fronte di giudizi.
Così mi proteggo e non mi sento invasa da parole negative.
Penso di averlo fatto da sempre, da quando ero bambina ma ogni tanto ci casco e divento una carta assorbente.
La cosa più difficile per me, è quella di far comprendere agli altri che la mia non è superiorità o indifferenza ma semplicemente aver voglia di stare nella mia dimensione serena.
Grazie dell’articolo
interessante riflessione, soprattutto in questo momento. Da un paio di giorni ho deciso, ad esempio, di non guardare il telegiornale, non perché non voglia essere informata su quanto stia accadendo attorno a me, ma perché ho notato che riesce a trasportarmi in un turbine di pensieri negativi e ansiosi. Credo che la nostra mente, che è sottoposta ad un forte stress per il virus, debba essere protetta da pensieri sereni. Speriamo di riuscirci! Grazie per l’articolo! Luciana
Ci ho pensato e per sentirmi BLU, CELESTE e TURCHESE (però CIELO non ACQUA)
Mi fanno bene:
1) Stare in armonia con mio marito e mio figlio
2) Trovare del tempo per me stessa
Mi fanno male, invece:
1) Perdere tempo sui giochini elettronici (sono un po’ addicted)
2) Leggere e rispondere alle polemiche sui social
Grazie per il tuo programma e a domani!