In questo periodo così difficile, credo che chiunque abbia googlato almeno una volta la parola VIRUS, “CORONAVIRUS”, o “COVID-19”.
Ma cos’è veramente un virus? Proverò a spiegarvelo in questo articolo, utilizzando le mie doti da quasi-biologa per chiarire un po’ di concetti che, in questi giorni, ho visto essere stati alterati da fake news che mi hanno fatto accapponare la pelle. Inoltre, volevo darvi un’altra lettura di questa situazione, per cercare di guardarla da un altro punto di vista, e magari trarne qualche riflessione importante.

Farò mio l’approccio della Biomimicry, che ho imparato con Diana, attraverso il quale il mondo naturale diventa modello di problem solving per le nostre sfide umane.

I VIRUS NON SONO CELLULE

Iniziamo dalle basi. In qualsiasi libro di microbiologia (il mio è “Biologia dei microrganismi”) la prima cosa che viene detta sui virus è che non sono cellule. E questo deve essere ben chiaro a tutti, perché rende la loro biologia qualcosa di unico, completamente diversa da qualsiasi altra cosa esistente in natura. E questo essere così diversi, lì rende affascinanti e misteriosi allo stesso tempo, perché sono molto più complicati da studiare.

I VIRUS NON SONO VIVI

Un altro aspetto importante da ricordare sui virus, è che la comunità scientifica è divisa circa la possibilità di definirli vivi. Oggi si propende per questa definizione: i virus sono dei parassiti (= sfruttano un ospite vivo per mangiare e riprodursi) endocellulari (= dentro una cellula) obbligati (= non hanno altra scelta).

In pratica sono delle “particelle” di DNA o RNA rivestite di proteine, che possono replicarsi soltanto se infettano una cellula, animale, vegetale o batterica. Non sono quindi in grado di vivere autonomamente.
Per potersi riprodurre e diffondere devono sfruttare a pieno le risorse energetiche della cellula ospite.

COME È FATTO UN VIRUS?

I virus sono, biologicamente parlando, estremamente semplici nella loro struttura, perché hanno una sola molecola di acido nucleico (DNA o RNA), proteine, e in alcuni casi anche lipidi (grassi).

Tutta questa semplicità, però, è in grado di scatenare delle patologie veramente gravi, anche mortali.
Non solo all’uomo, ma a qualsiasi specie vivente.

I virus sembrano insomma esemplificare il motto “Less is more”!

Anche i batteri devono difendersi dai virus, che in questo specifico caso si chiamano quindi “virus batteriofagi” (letteralmente “virus mangia-batteri”).

IL Covid-19 È STATO DAVVERO FABBRICATO IN LABORATORIO?

I virus hanno nell’immaginario collettivo un’accezione negativa, e mai come nel momento storico che stiamo vivendo, ce ne rendiamo conto.

Tuttavia non dobbiamo dimenticare che la scienza, proprio studiando i virus in laboratorio ci ha permesso di trovare delle cure preventive ai virus, ossia i vaccini, o cure farmacologiche, come gli antivirali, o meglio ancora, esistono approcci più innovativi che sfruttano i virus come metodo terapeutico per molte patologie (terapia genica).

A proposito di virus e laboratori, sono girate in questo periodo molte fake news che additano fantomatici laboratori di ricerca sul coronavirus a Wuhan come la causa dell’epidemia attuale: non è così! Lo dimostrano diverse fonti attendibili, una tra tutte questo pubblicato sulla prestigiosa rivista scientifica Nature.

COSA SONO I VIRUS IN SINTESI

Quindi in breve cosa possiamo dire sui virus?

  • Sono piccoli in confronto alle cellule che infettano, ma causano danni enormi
  • Sono dei parassiti, senza le cellule ospiti non sopravvivono
  • Le malattie ad essi dovute possono essere prevenute con i vaccini
  • Possono essere sfruttati a scopo benefico, quando opportunatamente modificati.

Vi ricordano qualcosa di familiare?

VIRUS HOMO SAPIENS SAPIENS

E qui arriviamo allo spunto riflessivo dell’articolo di oggi, usando un approccio di biomimicry per comprendere come i virus ci possono ispirare riflessioni sul ruolo attuale e potenziale dell’uomo.

Vediamo punto per punto come virus ed esseri umani condividono le stesse caratteristiche appena elencate.

1) Sia i virus che gli uomini sono piccoli in confronto all’organismo che parassitano, ma causano danni enormi

Gli esseri umani rappresentano lo 0,01% della biomassa terrestre, eppure il loro impatto sulla salute del pianeta e sulla sua biodiversità è molto maggiore. Pensiamo al mese scorso: a febbraio normalmente dovrebbe piovere, fare freddo. Non so voi ma io, che vivo in un paesino nella bassa bergamasca, avevo caldo, avrò usato l’ombrello 2 o 3 giorni in tutto il mese. La causa la conosciamo tutti, il tanto chiacchierato cambiamento climatico (che i migliori giornalisti al mondo oggi definiscono crisi climatica, per sottolineare il dramma che stiamo vivendo – approfondisci QUI il modo migliore con cui parlarne), che si studia ormai sui banchi di scuola da 40 anni, senza però riuscire a cambiare davvero il nostro modo di stare al mondo.

La ripartizione della biomassa in GigaTonnellate di Co2, fra tutti gli esseri viventi.
Fonte: https://www.pnas.org/content/115/25/6506

2) Sia i virus che gli uomini sono dei parassiti, senza le cellule ospiti non sopravvivono

Per secoli (a partire da quel disastro di Cartesio con il suo nefasto “Cogito ergo sum”, che ha tolto qualunque soggettività e intelligenza al mondo naturale), da quando l’uomo ha perso il contatto con la natura (ne parlo nel mio articolo sulla “Biofilia”, che potete trovare qui), la Terra è stata sfruttata in tutte le sue risorse materiali ed energetiche, fino a portarla al collasso attuale. Gli scienziati dicono che abbiamo solo 10 anni per invertire un processo che porterà la terra in pochi anni a diventare un luogo inospitale per la vita come l’abbiamo finora conosciuta. Esattamente come fa un parassita, o meglio, come fa un virus con la sua cellula ospite, portandola velocemente in una condizione irrecuperabile.

E l’agente eziologico (= la causa) di questa patologia grave per la Terra, siamo noi, il virus più letale per il pianeta.

Nella famosa “Ipotesi Gaia”, ideata negli anni ‘70 dallo scienziato e ricercatore indipendente James Lovelock, la Terra viene vista come un organismo unitario, intelligente e capace di autoregolazione. In questa prospettiva, possiamo pensare all’essere umano come al virus che fa ammalare la terra, e ai virus come il sistema immunitario della Terra, che cerca di liberarsi della malattia “Homo Sapiens sapiens”. Questa prospettiva richiama inoltre per analogia i meccanismi che regolano la successione ecologica, comprovando quindi la funzione delle epidemie di mantenimento degli equilibri biologici.

3) Le malattie dovute ai virus possono essere prevenute con i vaccini, proprio come possono essere prevenuti i danni causati dall’uomo all’ambiente.

Allo stesso modo in cui siamo tutti divenuti consapevoli che il nuovo coronavirus non causa una “semplice influenza”, possiamo capire quanto i nostri comportamenti abbiano un effetto deleterio sul pianeta, l’unico che abbiamo, che ci ospita da milioni di anni. 

In questo periodo di lockdown, la natura si sta riprendendo ciò che le abbiamo tolto.
Delfini nei porti, acque più limpide, lepri nei parchi, e un’aria che è decisamente più fresca e pulita.

Un mese non basterà a risolvere i danni che l’uomo ha causato in centinaia di anni, ma forse ci può aiutare a prendere veramente coscienza che la crisi climatica non è qualcosa di astratto, che non ci tocca né riguarda, ma è già in atto e con gli approcci giusti possiamo scongiurarne gli effetti più irreparabili, prevenire il peggio, riparare l’equilibrio compromesso.

4) Come i virus possono essere sfruttati a scopo benefico, quando opportunamente modificati, così pure gli esseri umani possono contribuire a riparare e guarire la Terra, attraverso opportuni processi di cambiamento individuale e collettivo.

“Non si può essere sani su un pianeta malato”, dice Craig Chalquist uno die grandi padri dell’ecopsicologia con cui Diana ha studiato e su cui mi fa spesso il lavaggio del cervello. L’uomo non è immune alla malattia che si abbatte sugli ecosistemi, distruggendo biodiversità, alterando delicati e complessi equilibri, ma può esserne la cura, se trovasse la volontà per combatterla.

Solo cambiando il nostro mindset (atteggiamento mentale) e tornando a concepirci come parte della rete della vita possiamo diventare i dottori che curano la Terra, smettendo di avvelenarla.

Dobbiamo smetterla di coltivare quella visione dualistica della vita che vede noi, esseri superiori e gli unici dotati di intelligenza, a capo di una piramide di organismi viventi di cui possiamo disporre a nostro piacere e per i nostri interessi esclusivi. “Siamo tutti interconnessi e interdipendenti” dovrebbe diventare il tuo nuovo mantra (se vuoi approfondire, leggi questo articolo: “Dipendenza, indpendenza, Interdipendenza: breve storia dell’umanità”).

Con la nostra visione antropocentrica (centrata sul benessere dell’uomo, anziché sulla Vita) e la nostra arroganza abbiamo collettivamente creato un mondo senza respiro, soffocato da GigaTonnellate di Co2 (anidride carbonica), che tolgono il respiro alla vita, così come Covid-19 fa con i nostri polmoni (un bello specchio per noi questo virus, eh?).

  • Impareremo qualcosa da questa emergenza sanitaria?
  • Quanto è urgente ed importante per te fare qualcosa per diventare un virus terapeutico per il pianeta?
  • Come puoi “modificarti” per renderti capace di guarire la nostra Madre Terra?
  • Quanto sei disposto a rivedere il tuo stile di vita?

Ti invito a guardare il video di Diana “Cinque azioni per cambiare il mondo” per avere tante idee pratiche da applicare nella tua vita quotidiana, per aiutare la Terra a rigenerarsi! (nella parte sull’energia Diana cita anche me!).

Nessuno è troppo piccolo per cambiare il mondo!

Aspetto qui sotto i tuoi commenti a queste mie riflessioni, e al video “Cinque azioni per cambiare il mondo”, che vi lascio qui sotto.

Ciao!

SILVIA ARBA